L’anno in corso segna il centotrentacinquesimo anniversario dell’emanazione del Codice Penale c.d. Zanardelli, un codice rimasto in vigore “solamente” per 42 anni, poi sostituito dal (ancora vigente) Codice Rocco.
Tuttavia, nonostante il breve tempo in cui è stato in vigore, questo codice merita di essere ricordato.
Il Codice Zanardelli, che deve il suo nome a Giuseppe Zanardelli (Brescia, 26 ottobre 1826 – Toscolano Maderno, 26 dicembre 1903), Ministro di Grazia e Giustizia nel Regno d’Italia, già Presidente della Camera dei Deputati e successivamente Presidente del Consiglio, è il risultato del lungo processo di codificazione operato dal neo Stato Italiano, e va certamente ricordato anche per i connotati di modernità che introdusse. Basti pensare alla previsione dei reati che vengono distinti come nell’attuale forma, ossia tra delitti e contravvenzioni,
Ed infatti esso subisce l’influenza della cosiddetta Scuola Classica (soprattutto gli insegnamenti di Francesco Carrara), suscitando le critiche della contrapposta Scuola Positiva, che la riteneva in contrasto con ciò che quest’ultima chiamava “difesa sociale” e “conservazione dell’ordine esistente”.
Questo codice era infatti conforme allo spirito liberale dell’epoca; è giusto il caso di ricordare l’eliminazione della pena di morte, la previsione del minimo e massimo di pena, nonchè meccanismi volti alla rieducazione del cittadino condannato.
Ne è prova di ciò la disciplina per l’esecuzione di pene. Si pensi ad esempio all’art. 14, che prevedeva in caso di pena non minore di anni tre, della quale già scontata la metà, la possibilità di scontare il rimanente in stabilità agricole o industriali, oppure lavorando in opere private e pubbliche. Si pensi anche all’art. 16, che prevedeva la liberazione condizionale dopo un periodo di reclusione o detenzione, qualora l’imputato avesse tenuto una condotta tale da far intendere un suo ravvedimento.
Come detto, il Codice Zanardelli rimase vigente fino al 1931, quando, anche per la nuova situazione politica venutasi a formare, entrò in vigore il Codice Rocco, molto più vicino alla Scuola Positiva rispetto al predecessore.
